Terziario, pressing dei sindacati per il rinnovo dei 15 contratti: pronti alla piazza

21 Luglio 2023

Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, affida a un tweet il suo pieno sostegno all’assemblea nazionale che ha riunito a Bologna i sindacati del terziario, a sostegno del rinnovo di contratti ormai scaduti da anni e che riguardano oltre 7 milioni di lavoratori: dal commercio al turismo. «Pieno sostegno alla mobilitazione a Bologna della Fisascat e degli altri sindacati di categoria per sollecitare il rinnovo. Basta con i ritardi inaccettabili. I lavoratori meritano più rispetto dalle aziende».

Trattamenti economici da aggiornare

I mille delegati che si sono riuniti in piazza Lucio Dalla, si sono allineati in maniera compatta nel parlare di «ingiustificato atteggiamento dilatorio delle controparti». Se nel periodo Covid e nell’immediato post Covid il dialogo è proseguito per risolvere problemi più legati all’emergenza, adesso i sindacati chiedono di entrare in una nuova normalità, dove possano trovare spazio anche i rinnovi, per «l’inadeguatezza dei trattamenti economici e normativi rispetto a una realtà profondamente mutata, in seguito alla crisi pandemica e bellica e alle dinamiche inflazionistiche fuori controllo», scrivono in una nota unitaria Filcams, Fisascat e Uiltucs

I 15 accordi da rinnovare

Sono 15 i contratti da rinnovare, considerando i macrosettori del terziario (Terziario Distribuzione Servizi, DMO, Distribuzione Cooperativa), del turismo (Alberghi, Pubblici Esercizi Ristorazione Collettiva e Commerciale ed Agenzie di Viaggio), delle terme, del lavoro domestico, dell’acconciatura ed estetica e degli studi professionali. Le tre sigle considerano ormai «inaccettabili i ritardi, anche in considerazione del fatto che il terziario di mercato ha pagato a caro prezzo la grave situazione pandemica che nel 2020 ha sconvolto la vita di milioni di persone. Nel difficile e imprevisto quadro determinatosi a partire dal marzo del 2020, gli addetti della distribuzione commerciale e del lavoro domestico si sono trovati ad affrontare in prima linea l’emergenza, mettendo in gioco la propria vita, mentre i lavoratori del turismo, del comparto termale e dell’acconciatura ed estetica hanno dovuto fare i conti con le chiusure imposte dal governo e sono stati costretti a fermarsi, alcuni senza più tornare al lavoro», dicono.

Verso la mobilitazione

Una situazione molto diversa da quella che si sta vedendo oggi, con i medesimi settori che «registrano una ripresa e un aumento dei fatturati», dicono i sindacati si settore. Il segretario generale della Filcams, Fabrizio Russo, parlando ai delegati ha spiegato che «se non ci saranno sviluppi, sostanziali, concreti, reali, già nei prossimi giorni, già nelle prossime settimane, rispetto alle trattative», si passerà alla mobilitazione «con la denuncia permanente, dalle attività sui territori, dalla contestazione puntuale degli abusi, allo sciopero». Per Davide Guarini segretario generale della Fisascat Cisl è «urgente rinnovare i contratti scaduti che attendono da troppo tempo una risposta. Occorre restituire valore ai salari, qualità al lavoro, dignità alle lavoratrici e ai lavoratori, futuro alle persone. Vogliamo i rinnovi perché ci spettano e li conquisteremo ad ogni costo». «La Contrattazione e il confronto ai tavoli negoziali – ha concluso – restano per noi strumenti imprescindibili per il progredire delle conquiste del lavoro». Paolo Andreani, segretario generale della Uiltucs dice che «da troppo tempo si perde salario, abbiamo bisogno di dare una sterzata: ci sono troppi precari e part time, troppo lavoro povero, troppo lavoro domenicale, abbiamo bisogno che l’occupazione abbia salario». «Il Governo – continua il sindacalista – deve detassare gli aumenti contrattuali, si dà una mano all’impresa e si dà una mano ai salari dei lavoratori: quando ci sono troppe persone che hanno salari poveri e che non hanno previdenza in prospettiva, prima o poi si arriva al dunque: bisogna invertire la tendenza».