Landini: «Troppe disuguaglianze, il governo non ci ascolta». Sciopero il 7 ottobre

6 Agosto 2023

«Troppe disuguaglianze. Il Governo deve ascoltarci» . Lo dice in una intervista al Corriere della Sera, il leader della Cigl Maurizio Landini che ha annunciato una mobilitazione il prossimo 7 ottobre. «I diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione – spiega – sono oggi tutti messi in discussione: il lavoro è precario e sotto pagato; il diritto alla salute e alla cura e allo studio non sono più garantiti; la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro peggiora; si nega la crisi climatica e si aumentano le spese per armi anziché essere costruttori di pace e si vuole stravolgere la Carta con l’autonomia differenziata e il presidenzialismo. È il momento di dire basta e indicare una via maestra fondata sulla giustizia sociale e la partecipazione democratica. Qui non si delinea solo una crisi economica ma anche democratica e di credibilità».

Il regalo agli evasori

Landini individua due errori per il governo: «da un lato taglia il reddito di cittadinanza alle famiglie povere, non offre un percorso di occupazione e scarica sui Comuni. Dall’altra parte, fa votare in Parlamento una legge delega fiscale che va nella direzione opposta di quello di cui questo Paese ha bisogno: con una evasione fiscale fra i 90 e i 100 miliardi, si continuano a fare condoni, addirittura senza più sanzioni amministrative, né penali per chi evade. E da ultimo – aggiunge – il ministro Salvini in un Paese in cui il 50% degli italiani non arriva a fine mese, non trova di meglio che togliere il tetto dei 240mila euro allo stipendio dei manager. Un’idea di Paese così non è accettabile, bisogna ribellarsi».

Riforme senza confronto e con tavoli finti

Secondo Landini, il governo sta facendo interventi «escludendo dal confronto organizzazioni sindacali e confederali del nostro Paese. Noi siamo quelli che rappresentano chi paga le tasse e tiene in piedi questo Paese ma sulle riforme di fondo non siamo coinvolti e le decisioni vengono assunte senza alcun confronto. Al contrario, il governo continua a chiamare a ’tavoli finti’ organizzazioni sindacali senza alcuna rappresentanza ma solo firmatarie di contratti pirata. Alle piattaforme unitarie presentate – pensioni, fisco, salute, precarietà e una legge sulla non autosufficienza – il governo non sta rispondendo. Così nei fatti il governo non riconosce il ruolo e la rappresentatività del mondo del lavoro». Il sindacato chiede «Le riforme necessarie per combattere le disuguaglianze, ma anche quelle come la riforma fiscale e quella del lavoro per dire basta alla precarietà. Bisogna cambiare le leggi sbagliate fatte negli ultimi 20 anni. C’è un’emergenza salariale grande come una casa: quando uno è povero pur lavorando significa che c’è qualcosa che non funziona. La riforma fiscale serve quindi a combattere l’evasione, a colpire la rendita finanziaria e la rendita immobiliare e a tassare gli extra-profitti per finanziare la sanità e la scuola pubbliche e per ridurre la tassazione al lavoro dipendente e ai pensionati: tutto questo non si sta facendo».