Le competenze del futuro? Sempre più trasversali e attente alle relazioni

21 Marzo 2024

In un mondo del lavoro dove le organizzazioni sono sempre più agili e attente alla sostenibilità ambientale si evolvono anche le competenze che servono alle imprese, alle prese con le cosiddette twin transitions, digitale e ambientale.

La nuova ricerca di Look4ward, l’Osservatorio permanente sulle competenze del futuro che Intesa Sanpaolo realizza in collaborazione con l’Università Luiss Guido Carli e in partnership con Siref Fiduciaria, Accenture e Digit’Ed, per individuare i fabbisogni di nuove competenze e di rigenerazione di figure professionali in ambiti distintivi per il Paese, ha evidenziato l’approccio dei manager in molti settori strategici.

Lo studio

Lo studio “Rethinking Competencies in Twin Transitions”, condotto dal professor Paolo Boccardelli, direttore del Centro di ricerca in Strategic change “Franco Fontana” dell’Università Luiss Guido Carli, ha analizzato l’approccio strategico dei manager di PMI e grandi imprese in otto settori: ospitalità, agrifood, energia, sociosanitario, bancario, IT, silver economy, blue economy. L’obiettivo è fornire una guida alla comprensione delle sfide e delle opportunità delle twin transition e dei suoi impatti sui profili professionali a supporto delle decisioni aziendali, nell’individuazione di percorsi formativi e nelle strategie di passaggio generazionale. Come spiega Boccardelli è stato coinvolto «un panel di 678 leader tra hr manager, presidenti e amministratori delegati di aziende di rilevanza globale che confermano che le imprese italiane condividono la consapevolezza circa gli effetti trasformativi che le mega-tendenze del digitale e del green avranno sui settori». Si tratta di un’attenzione che «è massima tra le Pmi – continua Boccardelli -: oltre i due terzi delle medie imprese (68%) e quasi i tre quindi (59%) delle piccole imprese concordano che il loro settore sarà completamente trasformato dalle twin transitions. Le analisi rivelano anche che le twin transitions faranno emergere nelle organizzazioni la necessità di trovare nuovi equilibri nel paradosso, per reagire a spinte di forze tra loro contrastanti. Il superamento dei paradossi richiederà di dotarsi di profili capaci di accogliere il cambiamento come la nuova normalità». Ad essere modificato sarà anche il dna dei Leader, che «dovranno affermarsi come catalizzatori dei migliori talenti di cui le organizzazioni avranno sempre più bisogno».

Nuove competenze e nuova leadership

In organizzazioni sempre più snelle e in evoluzione, le gerarchie rigide non appaiono più adatte e le nuove competenze devono potersi esprimere in contesti caratterizzati da modelli flessibili e collaborativi, dove l’apprendimento è continuo e dove si valorizzano le capacità relazionali e l’autonomia, anche attraverso la formazione. Fondamentale è anche l’esercizio di una nuova leadership, dove i manager devono essere sempre più facilitatori, prestando attenzione alla cura delle relazioni, attraverso una leadership basata sul “potere del Noi” piuttosto che sulla centralità del singolo.

L’attrattività delle imprese

La valorizzazione di competenze trasversali e di nuovi modelli di leadership faciliteranno l’accesso a nuovi mercati che la transizione green e digitale apriranno per le aziende capaci di innovare e adattarsi. Rendendole molto più attrattive agli occhi di clienti, investitori e giovani. Elisa Zambito Marsala, responsabile education ecosystem and global value programs Intesa Sanpaolo, osserva che «ci troviamo di fronte a sfide globali guidate da trend trasformativi della società. Look4ward si pone l’obiettivo primario di individuare i fabbisogni di nuove competenze e di rigenerazione di skills tradizionali in settori strategici, necessari per adeguarsi alle trasformazioni aziendali in corso e ai nuovi business. L’obiettivo è creare azioni e modelli di intervento formativo di innovazione e sostenibilità che generino al contempo valore per le imprese e la creazione di nuove opportunità per il Paese». In Italia, non possiamo trascurare il fatto che c’è una domanda di lavoro da parte delle imprese che non viene soddisfatta: «Le imprese cioè non trovano personale adatto. Al tempo stesso, però, l’offerta dei lavoratori non è adeguata alle richieste delle imprese. Rispetto al passato – sostiene Gregorio De Felice, chief economist and head of research di Intesa Sanpaolo – abbiamo un fenomeno nuovo. Nonostante una bassa crescita economica, in questi anni abbiamo visto un’accelerazione del numero degli occupati, in particolare nelle costruzioni (+17,3%), che certamente può essere influenzata dal super bonus, ma che guardando al totale mostra un +2,3% di crescita. Un buon tasso, se guardiamo la correlazione passata, tra crescita economica e dati occupazionali».